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Il risultato di questi due spostamenti, praticamente simultanei, fu il riaccendersi della contesa all'ingresso dell'ala sinistra, di nuovo colpi, di nuovo schiamazzi, e, come se non bastasse, un certo numero di ciechi sgusciati via, i quali avevano trovato e forzato la porta che dall'atrio dava accesso diretto al cortile interno, attaccarono a gridare che c'erano dei morti.

Correvano invano. Uno dopo l'altro, tutti divennero ciechi, con gli occhi che all'improvviso annegavano nell'orrida marea bianca che inondava i corridoi, le camerate, lo spazio intero.

O aveva perso il bagaglio anche lui, o non lo aveva portato. Per un'ora ha aspettato. L'arrivo di tanti ciechi parve recare almeno un vantaggio. La moglie del medico disse, Manca solo che mi presenti io, e disse chi era. Tornando all'argomento, escluse quindi il Governo l'ipotesi, precedentemente ventilata, che il paese si trovasse sotto l'azione di una epidemia senza precedenti noti, provocata da un agente morboso ancora non identificato, a effetto istantaneo, con assenza totale di previ segnali di incubazione o di latenza.

La prova del progressivo deterioramento dello stato d'animo generale la diede lo stesso Governo, modificando per ben due volte, in una mezza dozzina di giorni, la propria strategia. Prima, aveva creduto fosse possibile circoscrivere il male ricorrendo all'isolamento dei ciechi e dei contaminati in certi spazi discriminati, come il manicomio in cui ci troviamo. Non c'erano nervi che resistessero. All'inizio, molto all'inizio, alcune organizzazioni benefiche avevano ancora offerto volontari per andare a badare ai ciechi, rifare letti, pulire gabinetti, lavare biancheria, preparare da mangiare, quelle cure minime senza le quali la vita diviene ben presto insopportabile, persino per i vedenti.

Nessuno gli seppe rispondere. A un certo momento comparvero alla porta della camerata un po' di ciechi, uno dei quali disse, Che peccato non aver portato la chitarra. I negligenti o i pressati pensavano, Non ha importanza, nessuno mi vede, e non andavano oltre. Quando divenne impossibile, in ogni senso, arrivare fino ai cessi, i ciechi presero a usare il recinto come posto per tutti gli sfoghi e tutte le decomposizioni corporali.

Se a questi ciechi non gli diamo una mano, non tarderanno a trasformarsi in animali, o peggio ancora, in animali ciechi. Ma non fu ancora la volta buona. Tutti i ciechi della camerata dormivano. Si erano alzati tre ciechi, fra cui il commesso, andavano a prendere posizione nell'atrio per ritirare la razione di cibo spettante alla prima camerata. Avanzando uniti, come una pigna, si fecero strada fra i ciechi di altre camerate. Botte da orbi, si suol dire.

I soldati fecero finta di non aver sentito, gli ordini che il sergente aveva ricevuto da un capitano passato in ispezione erano perentori, chiarissimi, Se si ammazzano a vicenda, tanto meglio, ne restano meno. La cieca si sgolava come le pazze di un tempo, quasi impazzita anche lei, ma per l'angoscia. I ciechi che erano andati a reclamare il cibo cominciavano ormai a indietreggiare sbaragliati, completamente disorientati si scontravano fra di loro, cadevano, si rialzavano, cadevano di nuovo, alcuni non ci provavano neanche, rinunciavano, si abbandonavano prostrati a terra, esausti, miseri, contorcendosi dal dolore, con la faccia sul lastricato.

Poi la moglie del medico, terrorizzata, vide uno dei ciechi della banda estrarre di tasca una pistola e alzarla bruscamente in aria. I ciechi non si mossero. Cadde un altro pezzo di stucco. Non fu necessario proseguire la votazione, la camerata era tutta d'accordo. Fra le boccette, le scatolette e i tubetti provenienti dall'altro mondo, c'era un paio di lunghe forbici, dalle punte sottili. Non ricordava di averle messe, ma c'erano. I ciechi aspettavano, il marito si era avvicinato al letto del primo cieco, con il quale parlava, la ragazza dagli occhiali scuri stava dicendo al ragazzino strabico che fra poco arrivava da mangiare, per terra, verso il comodino, come se la ragazza dagli occhiali scuri avesse voluto, con puerile e inutile pudore, occultarlo alla vista di chi non vedeva, c'era un assorbente igienico macchiato di sangue.

Poi si sedette sul letto. Davanti a loro c'era rumore di passi e di voci, dovevano essere gli emissari di un'altra camerata che si sottoponevano allo stesso obbligo. In base alla strada percorsa, agli angoli che avevano svoltato, si stavano avvicinando alla terza camerata. Udirono delle voci, dovevano essere quelli che erano venuti prima. Alla fine furono collocate tre casse sopra il letto, Prendete queste, disse quello della pistola. Gli scontenti abbassarono il tono, finirono per convenire che, sissignore, la difesa degli interessi della camerata era in buone mani.

A quel punto lo alzava un po' e tendeva l'orecchio per non perdere una sillaba. Ancora per un bel pezzo il vecchio dalla benda nera tenne l'orecchio incollato alla cassa ora inerte, come se aspettasse il ritorno della voce e il proseguimento del notiziario. Il mal bianco non aveva accecato solo il locutore. Come una miccia, aveva colpito rapidamente e successivamente quanti si trovavano nella stazione.

Nella prima camerata lato destro solo la moglie del medico non dormiva. Coricata nel suo letto, pensava a quanto il marito le aveva raccontato, quando per un attimo aveva creduto che fra i ciechi ladri ci fosse qualcuno che vedeva, qualcuno di cui gli altri si sarebbero potuti servire come spia.

Era curioso che poi non ne avessero riparlato, come se al medico, cosa non fa l'abitudine, non fosse venuto in mente che anche sua moglie continuava a vedere. Adesso, con gli occhi fissi sulle forbici appese alla parete, la moglie del medico si stava domandando, A cosa mi serve vedere.

Con un cauto movimento si sedette sul letto. Davanti a lei dormivano la ragazza dagli occhiali scuri e il ragazzino strabico.

Si era data una buona giustificazione per non parlargli delle forbici, Poi me lo avrebbero chiesto tutti gli altri uomini, non avrei fatto altro che tagliare barbe. I piedi scalzi sentirono l'immondezza appiccicosa del pavimento, ma lei sapeva che fuori, nei corridoi, sarebbe stato molto peggio.

Una delle cieche stava seduta sul letto, con le spalle appoggiate alla testiera bassa, lo sguardo vacuo fisso sulla parete di fronte, ma senza raggiungerla. Dall'altro lato della strada i palazzi erano tutti al buio. Non c'era pericolo. Anche se il soldato si fosse accorto di quella figura, avrebbe sparato solo se lei, scese le scale, si fosse avvicinata, dopo un primo avvertimento, a quell'altra linea invisibile che, per lui, rappresentava la frontiera della propria sicurezza.

Cammina senza fare rumore, lentamente, sente il pavimento vischioso appiccicarsi ai piedi. Guarda all'interno delle prime due camerate, e vede quanto si aspettava di vedere, le figure coricate sotto le coperte, un cieco che non riesce ad addormentarsi e lo dice con voce disperata, sente il russare alterno di quasi tutti. Ha in mano un bastone con cui fa movimenti lenti, da un lato e dall'altro, come a intercettare il passaggio di chi intendesse avvicinarsi.

I letti non sono tutti occupati. Era un uomo alto, le mani grandi. La camerata non era piena. Il cieco parve di nuovo inquieto, ma non fece alcun movimento per indagare. I minuti passavano. Allora il cieco, lentamente, come se avesse paura di essere colto in flagrante delitto di abbandono del posto o infrangendo tutte in una volta le regole su cui sono obbligate a regolarsi le sentinelle, si sedette sul bordo del letto che ostruiva l'entrata. Sul comodino della ragazza dagli occhiali scuri si vedeva la boccetta del collirio.

Gli occhi erano guariti, ma lei non lo sapeva. Si chiesero volontari, ma, forse per effetto dei noti avvertimenti dei prudenti, in nessuna camerata furono tanti a presentarsi per la missione. Tralasciando per adesso queste minime questioni, e badando agli interessi generali, che sono poi quelli che contano, fu un autentica provvidenza, quand'anche si fosse trattato solo di una coincidenza, che i reclamanti si fossero annunciati come i delegati della camerata numero tot.

E quando i tre giorni di castigo si conclusero e si credette che l'indomani sarebbe stato un nuovo giorno, si vide che la punizione della camerata derelitta, quella dove albergavano tutti i quaranta ciechi insorti, in definitiva non era terminata, infatti il cibo, fino ad allora appena sufficiente per venti, si era talmente ridotto che neanche a dieci sarebbe riuscito ad ammazzare la fame.

Nelle camerate la discussione fu accesa, aspra, talvolta giunse alla violenza. Se avessero realizzato le minacce, ulteriori ingiustizie sarebbero venute ad aggravare la situazione, magari con conseguenze drammatiche immediate, in quanto due delle camerate, per occultare il delitto di trattenuta di cui erano colpevoli, si presentarono a nome delle altre, scaricando sulle camerate innocenti colpe non loro, qualcuna era addirittura talmente onesta da aver consegnato tutto il primo giorno.

Trascorsa una settimana, i ciechi malvagi mandarono a dire che volevano donne. La risposta fu breve e secca, Se non ci portate delle donne, non mangiate. Umiliati, gli emissari ritornarono nelle camerate con l'ordine, O ci andate, o non ci danno da mangiare. Solo un'estrema cautela, un'ultima prudenza gli impedirono di concludere l'appello citando il noto proverbio, Chi corre per gusto, non si stanca.

Infastiditi, gli uomini si vergognarono, consapevoli che solo una risposta sarebbe stata in grado di dar soddisfazione alle vendicative femmine, Se avessero chiesto degli uomini, saremmo andati, ma non ci fu nessuno che ebbe il coraggio di pronunciare queste brevi, esplicite e disinibite parole, anzi, ne furono talmente turbati da non pensare neppure che non ci sarebbe stato grande pericolo nel dirle, visto che quei figli di puttana non volevano sfogarsi con gli uomini, ma con le donne.

Non fece un solo gesto per trattenerlo. Poi la moglie del medico disse al marito, Resta qui un altro po', se vuoi, No, vengo nel nostro letto, Allora ti aiuto. Ripetevano le stesse parole in ogni camerata, ma continuavano a divertirsi un mondo con quella spiritosaggine quanto il giorno in cui l'avevano inventata.

Girarono le spalle e scomparvero. La camerata rimase in silenzio. Allora la moglie del medico disse, Vado avanti io. Lentamente, guidate dalla moglie del medico, ciascuna con la mano sulla spalla della seguente, le donne cominciarono a camminare. Non aveva mai pronunciato tante parole di seguito da quando l'avevano portata. Oltrepassarono la porta che dava accesso all'ala sinistra, si infilarono nei lunghi corridoi, le donne delle prime due camerate avrebbero potuto, volendo, dir loro cosa le aspettava, ma se ne stavano rannicchiate nei letti come bestie bastonate, gli uomini non si azzardavano a toccarle, appena tentavano di avvicinarsi, quelle si mettevano a gridare.

Dall'interno partirono grida, nitriti, risate. Quattro ciechi scostarono rapidamente il letto che fungeva da barriera all'entrata, Presto, ragazze, entrate, entrate, qui sembriamo tutti dei cavalli, ve ne andrete via a pancia piena, diceva uno. Gli occhi di tutti quegli uomini cercavano ansiosamente le donne, alcuni allungavano le mani avide, se di sfuggita ne toccavano qualcuna sapevano finalmente in che direzione guardare.

In mezzo alla corsia, fra i letti, le donne erano come i soldati schierati in attesa che vengano a passarli in rivista. I ciechi nitrirono, diedero pacche per terra, Diamoci sotto, che si fa tardi, strillarono alcuni, Calma, disse quello della pistola, fatemi vedere prima come sono le altre.

La cieca delle insonnie ululava disperata sotto un cieco grasso, le altre quattro erano circondate da uomini coi pantaloni calati che si spingevano a vicenda come iene intorno a una carogna. La ragazza dagli occhiali scuri piangeva in silenzio. Il cieco della pistola estrasse il sesso ancora gocciolante e disse con voce insicura, mentre allungava il braccio verso la moglie del medico, Non essere gelosa, ora mi occupo di te, e poi, alzando il tono, Ehi, ragazzi, potete venire a prendere questa, ma trattatela bene, potrei ancora averne bisogno.

Il cieco della pistola si era seduto sul letto, il sesso flaccido adesso era posato sul bordo del materasso, i pantaloni arrotolati ai piedi. Inginocchiati qui, fra le mie gambe, disse. No, non poteva. Albeggiava quando i ciechi malvagi lasciarono andare le donne. La cieca delle insonnie dovettero portarla via in braccio le compagne, che a stento riuscivano, anch'esse, a trascinarsi. E aggiunse, scherzoso, A presto, ragazze, preparatevi per la prossima seduta.

Gli uomini aspettavano sulla porta, mancavano solo il primo cieco, che di nuovo si era nascosto il capo sotto la coperta avvertendo l'arrivo delle donne, e il ragazzino strabico, che dormiva. Andate a prendere il cibo, disse la moglie del medico. Potevano essere stati prescelti altri uomini, scapoli, liberi, senza un onore coniugale da difendere, ma dovettero essere proprio questi, di certo non vorranno vergognarsi, adesso, di tendere la mano elemosinante a quei bruti e malvagi che hanno violato le loro mogli.

Quando si allontanarono per andare a riscuotere il salario della vergogna, come lo aveva definito il primo cieco protestando con retorica indignazione, la moglie del medico disse alle altre donne, Restate qui, torno subito. Sui lunghi tavoli del refettorio c'erano ciechi sdraiati. Da un rubinetto mal chiuso, sopra una vasca di scarico, scorreva un filo d'acqua. Lei non rispose, sapeva che non sarebbe stata bene accolta, nessuno le avrebbe detto, Vuoi un po' d'acqua, prendila, e se poi serve per lavare una defunta, tutta quella di cui hai bisogno.

Per terra, sparpagliate, c'erano buste di plastica, quelle per alimenti, alcune grandi. Quando il medico e il vecchio dalla benda nera entrarono nella camerata con il cibo, non videro, non potevano vedere, sette donne nude, la cieca delle insonnie distesa sul letto, pulita come non lo era mai stata in tutta la sua vita, mentre un'altra donna lavava, una dopo l'altra, le sue compagne, e poi se stessa.

Il quarto giorno, i malvagi si ripresentarono. Li riconosceva, era stata violata da tutti e tre. I colpi e gli avvertimenti, Allontanatevi, allontanatevi, andarono scemando nel corridoio, poi si fece silenzio, brusii confusi, le donne della seconda camerata stavano ricevendo l'ordine di presentarsi dopo cena.

Risuonarono nuovamente i colpi per terra, Allontanatevi, allontanatevi, le figure dei tre ciechi passarono nel riquadro della porta, scomparvero. Disse al ragazzo, Poi ti racconto il resto. Dieci minuti dopo comparvero nel corridoio le donne della seconda camerata.

Erano quindici. Alcune piangevano. Non arrivavano in fila, ma a gruppi, legati fra loro con strisce di tessuto, in apparenza strappate dai copriletti. Nessuna si accorse di avere compagnia. Quando entrarono nel corridoio per cui si arrivava alla camerata di destinazione, il cieco di sentinella diede l'allarme, Le sento, stanno arrivando.

Le portavano direttamente ai letti, le spogliavano immediatamente strattonandole, e ben presto si udirono i soliti pianti, le suppliche, le implorazioni, ma le risposte, quando c'erano, non variavano, Se vuoi mangiare, apri le gambe. Il letto del capo dei malvagi era sempre quello in fondo alla camerata, dov'erano ammucchiate le casse di cibo. Le brande accanto al suo erano state tolte, a lui piaceva muoversi liberamente, non dover inciampare nei vicini.

Sarebbe stato semplice ammazzarlo. La cieca continuava il suo lavoro. Le forbici si conficcarono con tutta la forza nella gola del cieco, girando su se stesse lottarono contro le cartilagini e i tessuti membranosi, poi continuarono furiosamente fino a bloccarsi contro le vertebre cervicali.

Fu il grido di lei ad allarmare i ciechi, di grida ne avevano fin troppa esperienza, ma questo non era come gli altri. La cieca gridava, non capiva cosa fosse accaduto, ma gridava, da dove veniva questo sangue, probabilmente, senza sapere come, aveva fatto infine quello che aveva pensato, strappargli il pene a morsi.

L'attenzione di tutti fu improvvisamente distratta dallo schiamazzo delle donne che, ormai in piedi, in preda al panico, volevano uscire, ma alcune avevano perso la nozione di dove fosse la porta della camerata, e andarono nella direzione sbagliata e urtarono contro i ciechi, e questi credettero di essere assaliti, allora la confusione dei corpi raggiunse il culmine di un delirio.

Teneva saldamente la cieca, con l'altra mano impugnava le forbici, pronta a sferrare la prima pugnalata se qualcuno si fosse avvicinato. Un po' di donne avevano trovato finalmente la porta, altre lottavano per liberarsi dalle mani che le ghermivano, qualcuna tentava di strangolare il nemico e aggiungere morto su morto. Il risultato fu l'esatto contrario di quanto si aspettava. A quel punto la moglie del medico decise di avanzare. Sferrando colpi a destra e a manca, si fece strada.

Adesso erano i ciechi che gridavano, che si scontravano, si accalcavano gli uni sugli altri, chi avesse avuto occhi per vedere si sarebbe accorto che, paragonata a questa, la prima baraonda era stato uno scherzo.

Sei della prima camerata dell'altro lato, disse uno di quelli che erano andati a chiamare le donne, e il cieco dei conti aggiunse. Ci riusciremo invece, d'ora in poi saremo noi a ritirare il cibo, voi mangiate quello che avete qua dentro, figlia di puttana.

Non mi hai preso, disse la moglie del medico, e stai attento, se ti finiscono le munizioni, ce ne sono altri che vogliono fare il capo. Il corridoio era deserto. Le donne erano scomparse, i ciechi, ancora spaventati dagli spari e, soprattutto, dai cadaveri dei compagni, non si azzardavano a uscire. A poco a poco cominciarono a tornarle le forze.

Le lacrime continuavano a scorrere, ma lente, serene, come davanti a qualcosa di irrimediabile. Era ancora sola. Era il marito. Nei giorni seguenti si domandarono se non gli sarebbe capitato proprio questo. Nessuno rispose. La moglie del medico disse, Diamogli un termine, aspettiamo fino a domani, se i soldati non porteranno da mangiare, allora avanzeremo.

Si alzarono, si separarono, chi verso il lato destro, chi verso il lato sinistro, imprudentemente non avevano pensato che qualche cieco della camerata dei malvagi potesse averli ascoltati, per fortuna non sempre il diavolo sta dietro la porta, un detto capitato molto a proposito.

Il Governo, in quel momento le luci si spensero e l'altoparlante tacque. Aspettavano il rumore del portone che veniva aperto, il cigolio acuto dei cardini da oliare, i suoni che annunciavano l'arrivo del cibo, seguiti dalle parole del sergente di servizio, Non uscite, che nessuno si avvicini, il calpestio dei piedi dei soldati, il fruscio attutito delle casse che venivano depositate per terra, la ritirata precipitosa, di nuovo lo stridere del portone, infine l'autorizzazione, Potete venire.

Nessuno, neanche la moglie del medico voleva domandare niente a proposito del cibo. Fin quando non avessero fatto la domanda non avrebbero sentito il temuto no, e fin quando il no non fosse stato pronunciato avrebbero continuato a sperare di udire parole come queste, Sta arrivando, sta arrivando, abbiate pazienza, sopportate la fame un altro po'.

Due fra gli attaccanti crollarono feriti, gli altri indietreggiarono precipitosamente scontrandosi, inciampavano sulle sbarre e cadevano, come pazze le pareti del corridoio moltiplicavano le grida, e si gridava anche nelle altre camerate.

Allungando le braccia raggiunsero finalmente i corpi. Le mani della moglie del medico e del vecchio dalla benda nera afferrarono le caviglie di uno dei caduti, a loro volta il medico e l'altra donna avevano acchiappato un braccio e una gamba del secondo, adesso si trattava di tirarli, di sottrarsi rapidamente alla linea di fuoco.

La paura fulminante non li fece fuggire, al contrario, diede loro la dose di energia mancante. Tentarono di alzare i corpi, ma rinunciarono. Non potevano far altro che trascinarli, e insieme ai corpi trascinare, ormai quasi secco, come nella scia di una spatola, il sangue versato, e l'altro, ancora fresco, che continuava a sgorgare dalle ferite.

Intanto era sorta la luna. Ma non sono questi gli unici motivi. Il fumo le annebbiava la vista, ben presto si sarebbe ritrovata cieca quanto gli altri. Nell'atrio si riusciva a penetrare a stento. Il proiettore era sempre spento, non si muoveva nessuna figura.

Immobili davanti all'edificio che ormai brucia da un capo all'altro, i ciechi sentono sul viso le ondate di calore dell'incendio, le accolgono come qualcosa che in qualche modo li ripara, proprio come facevano prima le pareti, prigione e, insieme, sicurezza.

Alcuni di questi ciechi non lo sono soltanto degli occhi, lo sono anche dell'intelletto, altrimenti non si spiegherebbe il ragionamento tortuoso per cui ne conclusero che l'agognato cibo, visto che stava piovendo, non sarebbe arrivato. Si alzarono a fatica, zoppicando, con le vertigini, aggrappandosi gli uni agli altri, poi si disposero in fila, in testa quella dagli occhi che vedono, seguita da quelli che pur avendo occhi non vedono, la ragazza dagli occhiali scuri, il vecchio dalla benda nera, il ragazzino strabico, la moglie del primo cieco, il di lei marito, e il medico per ultimo.

L'atmosfera era impregnata di cattivi odori, rendendo assurdo l'invariabile biancore degli oggetti. Era spuntato il sole, brillava nelle pozze d'acqua fra la spazzatura, si vedeva meglio l'erba che cresceva fra le pietre della strada. Eccitata all'idea, si mise alla ricerca di una porta chiusa che la potesse condurre alla grotta del tesoro, ma erano tutte aperte, e dentro la stessa devastazione, gli stessi ciechi che frugavano nella spazzatura.

Finalmente, in un corridoio buio, dove la luce filtrava a stento, vide qualcosa che le parve un montacarichi. He also does not typically separate paragraphs. Open Preview See a Problem? Amazon Renewed Refurbished products with a warranty.

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Jose Saramago is heralded as a Nobel Prize contender, not for this book, but for his writing prowess. The book felt like it took forever, and that so many extraneous scenes could have been removed. View all 18 comments. But what is blindness? How did these folks organize and why? To see what your friends thought of this book, please sign up. A prolonged meditation on the breakdown of sanitation, sanity and humanity.

If the first blind man really was the first blind man — then why toss him into an mental institution as a makeshift quarentine? The whole city, maybe the whole country, already went blind. Then the first blind man and his wife went to see an eye doctor. Where does this movie take place? By using this site, you agree to the Terms of Use and Privacy Policy. People squat in abandoned buildings and scrounge for food. People are characterized by their behavior, by their smell, by their voice.

As you know from reading the book description an epidemic of blindness engulfs a nation. Granted, Blindness preceded that book by twenty years, but J. I can deal with the wall-of-text never ending paragraphs and the lack of plot info to start.

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